La Storia dell'Ospedale SS. Annunziata

Cenni storici dell’Ospedale SS. Annunziata di Savigliano
La prima notizia dell’esistenza di un ospedale a Savigliano risale al 1200, ed è tratta da un atto (istrumento) del 26 agosto 1279 con il quale un certo Nicolino Gallesio compra da Nicolino Gallateri una casa “cui coheret hospitale Sancti Petri”. Successivamente si ha notizia di vari ospedali gestiti da associazioni laiche dette ora confratrie o fratrie ora confrerie, ora confraternite. Tali associazioni laiche o sotto forma religiosa, si prefiggevano finalità umanitarie sostenendo caritatevolmente i poveri, i pellegrini, gli orfani, le vedove e gli infermi. Nel 1325 si ha notizia di un ospedale in regione Rumacra (borgo Macra) tenuto dall’Ordine dei frati ospitalieri di S. Antonio. Verso la metà del 1500 si annoverano più di 10 confratrie note con diverse denominazioni: Confraternita maior, Sancte Andrea de Ripis, Minor, Picta, Sancti Petri, Plebis, S. Johannis, De Soleris, De Marenis, ecc. Nel 1560 la cittadinanza decise di dare una sede unica alla salute pubblica individuata inizialmente nella Confreria rumacrae, l’antico ospedale dei frati Antoniani. Questo edificio venne però utilizzato per pochi anni e successivamente l’ospedale fu trasferito nell’antica confreria di S.Pietro, dove sorge oggi il teatro Milanollo.
In questa sede a seguito di una deliberazione adottata dal Consiglio Maggiore della Città di Savigliano in data lunedì 1 gennaio 1560, e con l’approvazione del Duca Emanuele Filiberto di Savoia e della Curia Arcivescovile di Torino, nasce l’attuale Ospedale sotto il titolo della SS. Vergine Annunziata.



Qui rimarrà attivo fino al 15 ottobre 1709, data in cui si inaugurò la nuova sede , nell’area dei bastioni, accanto al convento domenicano ed all’antico lazzaretto: dove esiste tutt’ora.
L’ospedale SS Annunziata così come lo vediamo è stato realizzato su progetto di Antonio Bertola tra il 1703 ed il 1710 nella parte più antica ed in seguito ampliato tra il 1738 ed il 1792. L’edificio si presenta come un complesso su più piani con facciata in cotto a vista.

Fin dalla sua creazione l’ospedale ha sempre beneficiato di sostegni derivanti da sussidi di privati attraverso lasciti e donazioni.
Nella sua centenaria storia è grazie a questi fondi che l’ospedale è stato mantenuto in vita ed ha potuto sopperire alla mancanza “cronica” di fondi pubblici ed alla necessità di dover far fronte a gravosi servizi imposti dello stato legittimo od occupanti stranieri, ha potuto ripianare “buchi” da cattiva gestione degli amministratori ed effettuare lavori di ampliamento od adeguamenti strutturali.


All’inizio degli anni 60 del secolo scorso il patrimonio dell’ospedale era costituito principalmente da beni immobili terrieri: 14 cascine nell’agro saviglianese, altri appezzamenti vari nel concentrico, giardini, orti, prati ed una cascina nel comune di Monasterolo per un totale di 1077 giornate piemontesi (circa 400 Ha)
Grazie all’alienazione di questo patrimonio sono stati reperiti i fondi per la costruzione del nuovo ospedale.
Alla parte storica sono stati aggiunti successivamente i corpi del nuovo ospedale. Il progetto nel 1963 fu affidato all’Architetto Vaudetti . Il primo edificio” Repartino”, fu costruito nel 1969-70.


L’ospedale, in tutti i reparti previsti a progetto, fu ultimato nel 1975.
Nel 1980 la legge 833 decretò la fine degli Enti Ospedalieri. Dopo più di 400 anni la gestione non fu più demandata ad un consiglio di amministrazione elettivo e statutario ma a strutture pubbliche create allo scopo. Dai rettori e presidenti si è passati a direttori generali, manager di strutture denominate ASL, USL, USSL fino all’attuale ASL CN1.